Per quanto ci siano tentativi di mediazione da parte di capi di stato e politica internazionale, la situazione resta in una fase di stallo.

Il blocco Nato sembra contenere i tentativi di “attacco” da parte di Putin e dei paesi alleati dello zar. La Cina, in primis, gioca un ruolo ambiguo e non aiuta di certo le operazioni di colloquio.

Europa e Stati Uniti proseguono con la fornitura di armi all’Ucraina che, dopo un anno di guerra, mantiene le proprie posizioni di difesa e cerca di rientrare dalla porta principale in Donbass. A tal proposito i primi scricchiolii si leggono e trasudano dalle varie uscite dei membri della maggioranza; Berlusconi viene fuori pian pianino creando disagio alla premier che cerca di restare neutra e non dar peso alle esternazioni del cavaliere.

Intanto ci si chiede per quanto tempo ancora l’Italia dovrà subire le ripercussioni economiche di ciò che accade sul fronte belligerante e quali saranno le misure che il nuovo governo metterà sul tavolo per contrastare una crisi che tocca ormai da mesi le famiglie italiane, vere uniche sconfitte sin dall’inizio della guerra.

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